Nella foto di Marco Lunardi: condotta freatica.
Nelle foto di Marco Lunardi: momenti di vita da campo base.
Dopo un monte di incertezze per il maltempo che ha imperversato negli ultimi 10 giorni ci siamo trovati al Gruppo per il primo Campo interno al Chimera. Abbandonata la macchina al bivio per Gorfigliano, somati del nostro fardello pieno di incertezze, sogni e materiali ci siamo incamminati verso l'ingresso. Quasi tre ore di cammino in piene condizioni invernali in un paesaggio mozzafiato ci hanno condotto alla grotta, che sembrava attendere proprio noi lasciandoci un pertugio soffiante a misura d'uomo. Armiamo con un tubolare sotterrato come corpo morto e ci caliamo in quel cunicolo ghiacciato spazzato dal vento. Scendiamo con calma, un forte sgrondo sul P160 ci costringe a modificare un armo, ma giunti al campo si respira aria di casa. The, tortellini in brodo e via nel cuccio, emozionati e felici di stare in quell'insolito Motel a 4 stelle. Sveglia alle 7.00 e dopo un abbondante colazione ci dividiamo, io e Maicol (Manuel) rilievo del 2° sifone e esplorazione delle gallerie nella zona, Loris e il Gino a risalire. Il rilievo dopo un po' di organizzazione iniziale fila liscio fino al pozzo finale che da sul sifone, c'è troppa acqua e lo sospendiamo. Andiamo a vedere delle gallerie ancora inesplorate e dopo un passaggio angusto sfondiamo in una bella galleria freatica fatta con il compasso, la percorriamo per 100-150m ed un laminatoio si getta in una zona gia nota. Un po' di foto e ce ne andiamo a cercare gli altri, che nel frattempo avevano risalito una quarantina di metri fino alla sommità di un franoso pozzo. Una volta riuniti iniziamo a guardarci intorno, seguiamo la condotta che ha generato il pozzo e arriaviamo sotto un grossa e inquietante frana, Loris con la sua ormai collaudata teoria "Sono Talmente grossi che non si muoveranno" si infila dentro, ma niente, tutto ostruito, allora Io e Loris forti della suddetta teoria ci arrampichiamo su per la frana, ma niente, anche sulla sommità il passaggio è ostruito.
Resta da vedere un buchetto che si getta su una bella forra attiva, anche essa ostruita a monte dalla frana, che fa pensare ad un grosso ambiente di crollo soprastante, la percorriamo fino sull'orlo di un pozzo. La forra è percorsa da una bella quantità d'acqua, il fragore è intenso, armiamo il pozzo e ci troviamo affacciati ad una finestra su un grosso ambiente nero, armiamo anche questo e scendiamo; il pozzo è bellissimo, presenta delle striature grigie sul marmo bianco, alla base la forra continua e si getta su un 'altro pozzo, sembrano anche occhieggare delle gallerie freatiche ma la corda è terminata, e dopo aver sistemato un po' di armi torniamo al campo.
Ora soddisfatti delle esplorazione ci rifocilliamo con delle ottime orecchiette al pesto, vino rosso, paiella; prima di gettarsi nelle amache facciamo un po'di foto, e dopo un bel consueto The tutti a letto. La notte scorre veloce, elle 8.00 cominciamo a risalire, alle 16.00 siamo tutti fuori; le temperature cono calate di brutto, e il nostro corpo morto è ormai di proprietà della Tambura, una volta cambiati apprendiamo della sciagura avvenuta in Pania, e con molta cautela visto la durezza della neve ci incamminiamo verso la macchina. Il Gino si sente invincibile questa punta lo ha gasato nel profondo, e con indubbia eleganza e sprezzo del pericolo saltella sui ramponi tanto da essere richiamato all'ordine!!!! Arrivati alle macchine siamo fieri della punta che abbiamo strappato con le unghie e con i denti per poter realizzare il primo campo SpG al Chimera!!! Una grande squadra non può che dare un gran risultato e un ricordo che resterà dentro di noi per sempre.o nel bianco invernale.
Resta da vedere un buchetto che si getta su una bella forra attiva, anche essa ostruita a monte dalla frana, che fa pensare ad un grosso ambiente di crollo soprastante, la percorriamo fino sull'orlo di un pozzo. La forra è percorsa da una bella quantità d'acqua, il fragore è intenso, armiamo il pozzo e ci troviamo affacciati ad una finestra su un grosso ambiente nero, armiamo anche questo e scendiamo; il pozzo è bellissimo, presenta delle striature grigie sul marmo bianco, alla base la forra continua e si getta su un 'altro pozzo, sembrano anche occhieggare delle gallerie freatiche ma la corda è terminata, e dopo aver sistemato un po' di armi torniamo al campo.
Ora soddisfatti delle esplorazione ci rifocilliamo con delle ottime orecchiette al pesto, vino rosso, paiella; prima di gettarsi nelle amache facciamo un po'di foto, e dopo un bel consueto The tutti a letto. La notte scorre veloce, elle 8.00 cominciamo a risalire, alle 16.00 siamo tutti fuori; le temperature cono calate di brutto, e il nostro corpo morto è ormai di proprietà della Tambura, una volta cambiati apprendiamo della sciagura avvenuta in Pania, e con molta cautela visto la durezza della neve ci incamminiamo verso la macchina. Il Gino si sente invincibile questa punta lo ha gasato nel profondo, e con indubbia eleganza e sprezzo del pericolo saltella sui ramponi tanto da essere richiamato all'ordine!!!! Arrivati alle macchine siamo fieri della punta che abbiamo strappato con le unghie e con i denti per poter realizzare il primo campo SpG al Chimera!!! Una grande squadra non può che dare un gran risultato e un ricordo che resterà dentro di noi per sempre.o nel bianco invernale.
Stefano Del Testa (Herba).
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