Non iniziò, come si pensava fino ad oggi dall’emisfero Nord, ma da quello Sud.
PISA – In quella grotta carsica, la più grande d’Italia, che si estende come un anfratto sterminato tra le profondità delle Apuane e dall’esterno domina il mare della Versilia, si nascondono i segreti della glaciazione. Un gruppo di ricerca internazionale, coordinato dall’Università di Pisa, li ha scoperti e per la prima volta ha dimostrato che la fine dell’Era glaciale non iniziò come si pensava fino ad oggi dall’emisfero Nord, ma da quello Sud. Una scoperta eccezionale, che sarà pubblicata la prossima settimana dalla rivista scientifica Science e che, secondo gli esperti, può cambiare non solo la storia della paleoclimatologia, ma anche il metodo delle predizioni climatiche con l’elaborazione di modelli più accurati e definitivi. La scoperta è stata possibile grazie allo studio delle stalagmiti della grotta.
GLI ESITI - «La base di queste concrezioni – spiega Giovanni Zanchetta, il ricercatore pisano a capo del team - contiene il registro completo delle variazioni climatiche degli ultimi 800mila anni e il suo studio ha permesso di ricostruire e datare i più importanti eventi climatici degli ultimi millenni, fissando con esattezza l’inizio dell’ultima glaciazione a 112 mila anni fa, per esempio. Adesso, le analisi, ci dicono che la penultima glaciazione terminò intorno a 140 mila anni fa, molto prima di quanto fino ad ora si era ipotizzato, e il riscaldamento del Pianeta iniziò dall’emisfero Sud». I ricercatori studiano gli isotopi del carbonio e dell’ossigeno conservati appunto nelle stalagmiti.
STALAGMITI - «Insieme ai sedimenti lacustri e marini – spiega Zanchetta - questi archivi ci consentono di ricavare informazioni su larga scala e ricostruire la variabilità climatica a lungo termine». Insomma, è un po’ come leggere dal passato il futuro. Una sorta di “eterno ritorno” naturale che, ciclicamente, potrebbe manifestarsi. «E dunque le oscillazioni climatiche del passato – continua il ricercatore dell’ateneo pisano – ci aiutano a comprendere l’evoluzione futura. La variazione climatica è una costante del nostro pianeta, non un’eccezione. Gli ultimi 10 mila anni sono stati caratterizzati da numerosi cambiamenti e l’area mediterranea ha subito evoluzioni che ci possono dare indicazioni utili su come muterà il clima a livello mondiale». Ai dati “naturali” vanno poi aggiunte le variazioni antropiche, ovvero l’intervento dell’uomo sulla natura. L’Effetto Serra, per esempio, è un fenomeno accentuato dall’inquinamento, così come le variazioni sul clima sono esasperate da disboscamenti dissennati e in generale da un uso improprio del suolo e dell’acqua. Eppure anche su questo gli scienziati si dividono. C’è chi sostiene, per esempio, che l’immissione nell’atmosfera di grandi quantità di Co2 da parte dell’uomo, abbia di fatto ritardato l’avvento di una nuova era glaciale. Dunque dai segreti dell’Antro del Corchia si avrà un quadro più esatto di teorie e si guarderà con maggiore chiarezza verso il futuro della Terra. Il progetto Antro del Corchia è nato grazie alla sensibilità dell’Università di Pisa e anche al contributo della Federazione speleologica toscana. Nessun finanziamento, purtroppo, è arrivato a livello governativo.
STALAGMITI - «Insieme ai sedimenti lacustri e marini – spiega Zanchetta - questi archivi ci consentono di ricavare informazioni su larga scala e ricostruire la variabilità climatica a lungo termine». Insomma, è un po’ come leggere dal passato il futuro. Una sorta di “eterno ritorno” naturale che, ciclicamente, potrebbe manifestarsi. «E dunque le oscillazioni climatiche del passato – continua il ricercatore dell’ateneo pisano – ci aiutano a comprendere l’evoluzione futura. La variazione climatica è una costante del nostro pianeta, non un’eccezione. Gli ultimi 10 mila anni sono stati caratterizzati da numerosi cambiamenti e l’area mediterranea ha subito evoluzioni che ci possono dare indicazioni utili su come muterà il clima a livello mondiale». Ai dati “naturali” vanno poi aggiunte le variazioni antropiche, ovvero l’intervento dell’uomo sulla natura. L’Effetto Serra, per esempio, è un fenomeno accentuato dall’inquinamento, così come le variazioni sul clima sono esasperate da disboscamenti dissennati e in generale da un uso improprio del suolo e dell’acqua. Eppure anche su questo gli scienziati si dividono. C’è chi sostiene, per esempio, che l’immissione nell’atmosfera di grandi quantità di Co2 da parte dell’uomo, abbia di fatto ritardato l’avvento di una nuova era glaciale. Dunque dai segreti dell’Antro del Corchia si avrà un quadro più esatto di teorie e si guarderà con maggiore chiarezza verso il futuro della Terra. Il progetto Antro del Corchia è nato grazie alla sensibilità dell’Università di Pisa e anche al contributo della Federazione speleologica toscana. Nessun finanziamento, purtroppo, è arrivato a livello governativo.
Marco Gasperetti, Corriere della Sera.
Nella foto: un carotaggio.
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