Via Vittorio Emanuele, Castelnuovo Garfagnana (Lucca)

venerdì 4 luglio 2008

Fornovolasco: il complesso "Miniere delle Buge"



Datazione: Sinteticamente possiamo così riepilogare la cronologia dell’escavazione. I primi scavi sono ascrivibili al periodo rinascimentale (1400-1500). La galleria 1 fu scavata verosimilmente sino al piede della prima rimonta mentre la 9 probabilmente solo per alcuni metri. Il cuore della miniera era rappresentato dalla galleria 3, dove fu lavorata quella che abbiamo denominato “Sala dei pilastri” dalla quale si staccò un primo tratto del “ramo Y”; a questo periodo crediamo siano da attribuire anche il cosiddetto “ramo del kaos” e parte del “Fran West”. Nella galleria 4, attraverso il vecchio ingresso franato denominato 4bis, fu tracciata una galleria rettilinea in direzione della 7; in quest’ultima è possibile che l’escavazione fosse concentrata nel “ramo Vecchio Nord.

Nel Settecento furono ripresi ed ampliati i lavori eseguiti in precedenza, prediligendo quelle aree che consentivano l’escavazione della pirite per ottenere il vetriolo e lo zolfo, per i quali si stavano aprendo mercati di vendita. Nella galleria 1 fu scavata la piccola rimonta che consentì di salire fino al livello 720; nella galleria 4 i lavori continuarono in direzione della galleria 7 all’interno della quale, nel frattempo, si era lavorato alacremente per estrarre i banchi di pirite. Sembra probabile che la zona di maggiore attività fosse ancora una volta concentrata nella galleria 3, nella quale si ampliarono i rami laterali e fu creata definitivamente la “Sala dei Pilastri”; da essa gli scavi proseguirono in direzione della zona dell’attuale “lago di sangue” e del “ramo ritroso”.
Nel primo Novecento furono riesplorate gran parte delle vecchie gallerie, ad eccezione della zona che abbiamo denominato “ramo Fran West” e “ramo del kaos”, mentre non suscitò interessi, per l’assenza di mineralizzazioni, il “ramo Vecchio Nord”. La galleria 1 fu portata sino all’attuale termine mentre fu allungata la galleria 9. Le gallerie 8 e 2, considerate sterili, non furono coltivate. Nella galleria 3 fu ampliata la “Sala dei Pilastri” e fu allungato lo scavo oltre il “lago di sangue”; furono cominciati anche i lavori di scavo della discenderia che avrebbe collegato il livello 740 con il livello 720. Il “ramo Y” raggiunse la sua attuale configurazione. La galleria 4 fu unita alle 7 e il tracciamento di nuove gallerie portò all’unione di queste con la galleria 3. Nel frattempo cominciò lo scavo della galleria di ribasso (galleria 5) e nel 1924 iniziarono i lavori anche per lo scavo del nuovo ribasso di quota 675 m. La galleria 6 fu aperta ma subito abbandonata.
Nel secondo Novecento l’attività si concentrò nel livello 720. La galleria 9 fu allungata e raggiunse il piede della discenderia da noi detta “discenderia degli Occhiali”, intersecando anche il tracciato della galleria 5 e proseguendo con il “ramo J”, fino ad entrare in zone completamente sterili. Il nuovo ribasso fu portato fino alla base dell’ardita rimonta che pose in collegamento il livello 720 con la galleria di carreggio che avrebbe, nelle intenzioni del tempo, dovuto consentire di portare il materiale alla stazione di partenza della teleferica.


Tratto dal progetto Subterranea: Miniere e lavorazione del ferro a Fornovolasco. (Buffardello Team)


Doveroso ricordare inoltre la nomina di Ludovico Ariosto nel 1522 come Governatore della Garfagnana che, dopo una visita alle miniere di Fornovolasco così scrisse:


Lo scoglio, ove il sospetto fa soggiorno,

alto dal mare da seicento braccia,

di ruinose balze cinto intorno,

e da ogni parte il cader minaccia:

il più stretto sentier, che guida al Forno,

là dove il Garfagnin il ferro caccia,

La via Flamminia, ed Appia nomar voglio,

che passa verso il mar, va su lo Scoglio.

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